Concorso di idee per la sede del Consiglio, della Giunta regionale e servizi comuni nelle aree dell'ex hotel Roxy e ex stadio Romagnoli a Campobasso, 2014

Moena

Nel disomogeneo comparto, tra le alte case concentrate su viale Elena e il fianco scoperto sulla ferrovia, la spianata dello stadio, centro dell'intervento, acquisterà nuova prospettiva e chiara visione solo se sollevata da terra, in modo da introdurre una percezione spazio-temporale distinta e separata dal piano stradale. Individuata la nuova quota - due metri sopra l'attuale, corrispondente all'innesto di via Albino -, si introduce il tema della piastra come elemento organizzatore della relazione tra le parti: il parco, la sede istituzionale, gli uffici. Nel lotto dell'ex-albergo, il nuovo blocco degli uffici, sei piani - è l'altezza della bella casa adiacente -, ordina un comparto di edilizia moderna sviluppato ad angolo, aperto sulla piazza e reso trasparente da un lungo portico. Il cortile sottostante, alla quota della complanare di via Duca di Genova, attraversato a ponte dal percorso d'ingresso, aggiunge un altro piano agli uffici e, insieme a due piani di parcheggio, costruisce lo zoccolo dell'edificio. Dal portico si scopre l'ultimo piano del blocco triangolare sede del Consiglio. Come base dell'invaso del vecchio stadio si disegna, infatti, naturalmente un triangolo alla quota della piastra, sopra il piano di servizio - corretto alla fondazione di un altro metro per ottenere una altezza utile. Bloccato sui tre vertici dalle scale, il piano d'ingresso si arretra sul portico e si anima nel foyer, circondato dai servizi per i consiglieri e il pubblico, chiuso in alto dal cestino sospeso dell'invaso a gradoni della sala del Consiglio e aperto verso la galleria del primo piano destinato ad attività d'uso sociale - dunque il rilancio dell'edificio pubblico come condensatore sociale. L'anello superiore, al secondo livello della sala, diviso tra gli uffici dei consiglieri, è collegato a ponte con il blocco degli uffici, distanziato dalla nuova rampa che completa la rete veicolare sulla complanare. Il terzo piano, in completa autonomia, distribuisce gli uffici della giunta e della presidenza - questi plasticamente evidenziati dallo sbalzo sul fronte -, affacciati sulla corte circolare e sulla copertura vetrata della sala. La forza dell'asse centrale lascia intuire facilmente l'efficacia di un grande piano lastricato destinato ai grandi eventi, ma il rischio che venga percepito Moena Moena Moena ancora come un'area di attesa fa preferire una soluzione meno marcata e più diluita in funzioni adatte all'uso quotidiano: al centro del disegno dei vassoi a verde - ordinati come un erbario -, un quadrato di quarantacinque metri, ritmato dai telai in ferro che sostengono la rete di cavi dell'impianto di illuminazione, sembra l'intervento giusto, spazio pluriuso ma anche architettura immateriale che crea un piano di luce nell'invaso. Intanto, sotto, la piastra si anima naturalmente con le nuove funzioni, un parcheggio e un'area commerciale servita da una galleria - di fronte, l'edificio industriale da recuperare -, occasioni per attrarre anche l'investimento privato - insieme all'ampia superficie di pannelli fotovoltaici, installati sulle coperture -; sopra, si completa la trama dei percorsi pedonali con la gradonata che risale lungo il blocco degli uffici fino alla piazza e alla Villa Comunale. Mentre i filari di alberi, lungo i giardini, allontanano da un lato l'invadenza dell'edilizia, dall'altro riparano il lato scoperto, le alberature che punteggiano il piano attrezzato costruiscono una sequenza prospettica intervallata, preferibile all'unica visione ordinata sul centro; solo in fondo, affacciandosi sul vertice della testata triangolare in pietra aggiunta alla piastra, marcata dalle due rampe pedonali, si può intravedere, defilato dall'incrocio e coperto in gran parte dalle case, il recinto esagonale del Carcere, un rapporto a distanza che il progetto contiene e alla fine può scoprire. Perché la nuova sede della Regione, infatti, diventi occasione per la realizzazione di tutti gli obiettivi posti dal Bando di concorso è necessario allargare lo sguardo oltre il confine dell'area per cogliere simultaneamente le due occasioni che ancora aspettano: il complesso del Carcere e la Stazione. La potenza del lotto esagonale che chiudeva il borgo murattiano è stata ignorata dallo sviluppo urbano e dal tracciato ferroviario, contraddizioni da cui si intuisce egualmente la possibilità di un progetto, centro di dense attività urbane. E' necessario quindi che già il progetto di oggi faccia intuire questa relazione che disegnerà definitivamente la città e il suo futuro.