Concorso nazionale di progettazione Una via, tre piazze a Gela, 1993

  Gela  

 

con Francesco Colussi, Neri Salvatore

 

 

 

 

 

 

 

 

Rinunciando a qualsiasi proposta di “arredo”, inevitabilmente limitata e quasi sempre estranea alla semplice ma solida natura di quegli spazi, il progetto propone un vero e proprio intervento di restauro urbano attraverso la demolizione di tutte le volumetrie “invasive” e la ricostruzione mirata a ricomporre l’unità figurativa dell’insieme.

Corso Vittorio Emanuele
Le recenti costruzioni emergono proprio nei punti più significativi: con indifferenza sull’incrocio centrale, con prepotenza all’ingresso di Porta Prenestina. Intorno alla chiesa Madre sono suggeriti tre interventi riferiti, di volta in volta, alla regola e alla misura dei tessuti antichi o, coerentemente all’evoluzione che ha subito l’incrocio, al sistema ”moderno”. Un intervento unitario è previsto per il recinto che fiancheggia la porta orientale: un pettine sollevato su un basamento a ricalco del perimetro murario. Piazza Salandra, dopo la doppia serie di isolati ordinati sul Corso, è un largo caratteristicamente formato dalla confluenza dei sistemi edilizi. Un nuovo blocco, in sostituzione dell’edificio multipiano, è girato e allineato con la quinta convergente; sui fianchi dell’ex convento viene, da un lato, ricostruita la piazzetta triangolare e chiusa la quinta di bordo; dall’altro, per ricompattare l’ala di recente costruzione, con un recinto viene chiuso l’incongruo condotto oggi aperto.

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Piazza Umberto I
IMG_0001La piazza e l’incrocio hanno più significati, stratificati nella storia della città, che il progetto può distintamente scoprire. Sul versante interno la chiesa chiude il settore orientale, limite della città di rifondazione federiciana; sul versante della piazza, il grande vuoto è avvertito come distanziamento e intervallo, successivamente riconquistato dal ribaltamento della nuova chiesa, la cui apparizione sull’incrocio moderno non è certo arginata e regolarizzata dal lotto a giardino. La costruzione dell’incrocio è simulata da un recinto sollevato da terra, che consente di scoprire il piano di fondazione della città antica; all’interno il giardino galleggia sulla lastra della città riemersa, ipotesi di lavoro per un progetto capace di evocare la complessità del luogo.

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Piazza RomaIMG_0002
Solidamente delimitato dalla murazione e dal recinto della chiesa del Carmine, l’invaso dove è insediato il mercato ha una qualità spaziale essenziale e immodificabile, caratterizzata dalla pendenza del piano. Lo spazio viene schiuso lentamente da un nuovo piano inclinato terrazzato che scivola sotto le case e attraversa la cortina muraria fino alla nuova “porta”, che consente il collegamento diretto con l’anello stradale
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