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   Il primo obiettivo posto dal Concorso, da quando non è più  così semplice e naturale ricostruire una  chiesa, deve in ogni caso servire a colmare la lacuna nella sequenza volumetrica che dal Castello si concludeva  proprio nella Cattedrale. Oggi la percezione del rudere nella visione d’insieme  appare confusa e sfocata, il vuoto non lascia intuire la figura mancante: il problema della riconfigurazione della Cattedrale è diventato soprattutto questo. Ma  se non è più possibile o necessario colmare la lacuna ricostruendo quello che  facilmente potremmo desumere dalle strutture murarie e dai documenti storici  disponibili, bisognerà quindi intervenire per renderne decisi i contorni, darne  il giusto rilievo e la dovuta evidenza, in modo da  renderla riconoscibile e intellegibile.Gli interventi  proposti, separati e distinti, sono sostanzialmente tre. Il primo, inteso a  circoscrivere la lacuna all’invaso della chiesa, prevede la ricostruzione  volumetrica dei due vani voltati in aderenza al campanile (ipotesi da dettagliare  solo conoscendo il programma del restauro in corso, per cui la limitiamo alla ricostruzione della parete esterna). Il secondo, inteso a far riemergere la  sezione della chiesa con la tripartizione delle navate, prevede di alzare le  pareti laterali della navata centrale fino all’altezza del transetto  (naturalmente due pareti di vetro strutturale evidenziate dalla luce nella  visione notturna), ipotesi semplice nella parete a sinistra per la continuità  delle tre arcate, più complessa per l’altra che impone un progetto. La  soluzione è una struttura di acciaio che non si sovrappone alle tracce di  quella antica, allargata al modulo della prima crociera per coprire la scala di  discesa alla cripta. Il terzo, infine, inteso a
  costruire il fuoco visivo che  manca nell’attuale percezione del rudere, in sostituzione evidentemente  dell’emergenza della cupola, è un canestro trasparente di vetro che chiude fino all’impluvio l’anello della cupola  mancante, senza cancellare il fascino del vuoto sotto il cielo e valorizzandolo  in un invaso luminoso (la cui intensità può variare predisponendo un opportuno  progetto di illuminazione), fuoco prospettico di una chiesa spogliata, ridotta  all’essenzialità della sezione, ma capace di lanciare il segnale che manca  nella percezione d’insieme. La chiusura del vuoto fino a terra è anche  evidentemente la soluzione più efficace per la protezione dell’intera struttura  architettonica superstite. Altro obiettivo del  Concorso è la infrastrutturazione delle nuove funzioni acquisite (esposizioni e  soprattutto concerti), esaltate dal fascino del rudere aperto sul panorama. Per  esaltare la funzione concertistica bisogna quindi confermare la posizione di  ascolto verso il panorama, dove  il vuoto  del rudere rende l’esperienza naturale e indimenticabile. Ma per potenziare la  funzione è necessario predisporre una struttura per il palco dell’orchestra  senza compromettere l’invaso esterno. Un cavalletto mobile, costituito da due  forcelle di acciaio sagomato, si posiziona, in funzione, come prosecuzione del  piano della navata centrale, completato da una cassa di risonanza smontabile,  costruita da un guscio trasparente che non oscura la visione del paesaggio; in  posizione di attesa le due forcelle ruotano simmetricamente, l’una lungo le  breve gradonata che immette al percorso inferiore e l’altra su una mensola a  sbalzo dalla scarpa di sostegno.  In  questa posizione le due forcelle vengono assorbite nell’insieme essenzialmente
  come due sculture di acciaio; in funzione, il palco dell’orchestra, montato e chiuso  dal guscio, è un’abside trasparente che completa il ribaltamento del rudere  verso il paesaggio. La mobilità della struttura, opportuna per una funzione  stagionale, non pregiudica la continuità dei percorsi in occasione delle feste  e dei riti religiosi. La reversibilità degli interventi, un altro dei criteri che il Bando giustamente sottolinea, è  assicurata dalla successione e dalla separazione di questi proposti, criterio  non subìto come un limite ma come una opportunità per il progetto moderno.
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