Concorso nazionale per la sistemazione di piazza M. Pagano a Potenza, 1991

  Potenza  

con Luisa Olivieri, Neri Salvatore

Piazza Mario Pagano, la grande piazza voluta dall’Intendente, nuovo spazio ufficiale consono al ruolo della città eletta capoluogo di provincia, doveva fatalmente risultare fuori scala rispetto alla dimensione dell’abitato: quel  semplice organismo – un fuso teso tra est e ovest sulla dorsale del colle – non poteva certamente evolversi o trasformarsi. Da allora tutta la vicenda urbanistica di Potenza è rimasta stretta in questa contraddizione: da un lato le esigenze di modernizzazione, dall’altro la resistenza della struttura antica a qualsiasi trasformazione.
La ristrutturazione del convento di San Francesco, l’insediamento del Palazzo del Governo e del Teatro scandiscono, secondo un ciclo prevedibile, la costruzione della piazza. Ma il problema, oggi come allora, è ancora quello della sua dimensione rispetto a una morfologia che, nonostante la sovrapposizione di un incongruo peso edilizio, resta quella antica, fissata per sempre dalla condizione del sito. Il palazzo dell’Ina, la quinta moderna nel cuore della città, costituisce l’ultima e più pesante intrusione: la dimensione dell’intervento e l’indifferenza della tipologia destabilizzano per la prima volta la continuità delle cortine e l’unità del tessuto. Se il primo problema può essere risolto delimitando l’invaso della piazza rispetto a via Pretoria – si tratterà evidentemente di separare le due dimensioni stabilendo una soluzione di continuità tra la strada e la piazza (con un portico sagomato sull’antico allineamento di via Pretoria) -, il secondo costringe a misurarsi con la presenza di un corpo estraneo: si tratterà, in questo caso, di ricontestualizzare quella presenza, tramutando quella indifferenza in un rapporto intelligente e funzionale – questo sì, autenticamente moderno – con la città antica e la piazza (per assicurare la compatibilità dell’inserto  moderno, è stato necessario ridisegnare l’intera sezione interrata, dallo zoccolo dell’edificio fino alla villa sul versante opposto).

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