Salerno, dietro il Paravento, 2014

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Il nuovo lungomare, nonostante il suo successo, è un paravento davanti alla città: il suo prolungamento fino al vecchio molo finisce per nascondere completamente la relazione tra le parti, a prezzo della definitiva perdita dell’orientamento. Un’incisione fino al vecchio lungomare avrebbe ridisegnato invece in modo significativo la linea dell’acqua segnandone la conclusione - magari rappresentata da una rotonda –, scoprendo il Palazzo Littorio e evidenziando un perimetro, fino al Teatro, come addizione novecentesca al centro storico: un segno dal mare dove sarebbe stato possibile riconnettere la storia della città. Si potrebbe, a questo punto, ragionare su tante possibilità alternative al progetto in costruzione, considerando anche elementi sfasati storicamente ma che il progetto intuisce coordinati. Basta partire dall'isolato tra via Porto e il Molo Manfredi, allineato con la strada prevista lungo il Teatro, per immaginare, in sostituzione dell’inerte stecca delle scuole che ha bloccato il potenziale sviluppo del settore, l’isolato corrispondente che manca al disegno della piazza – ecco la cerniera compositiva dell’urbanistica dell’epoca - che avrebbe potuto ordinare il fronte a mare dal Palazzo Littorio fino al porto turistico. Da questa ipotesi - che, accettando lo stato di fatto, intanto sarebbe utile a ricontestualizzare l'esedra - le soluzioni si moltiplicano naturalmente -immaginando, come provocazione critica, di potere tornare indietro -, fino all’utopia modernista del pettine sull’acqua.


Berlino

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