Idee e proposte per il recupero del Teatro di Bari 
	      con Neri Salvatori 
        
  
      | 
      | 
   
  
    |   | 
      | 
   
  
      | 
      | 
   
 
        Perché un contributo di idee sul Petruzzelli?  Significa provocare altre ipotesi oltre a quella della ricostruzione –  ricostruzione qui come era: anzi, qui come è ? 
          Scegliere per una  parziale demolizione/ricostruzione, è già la  tentazione - la tentazione di avere di più: “per una più moderna e funzionale  integrazione di spazi” ? 
          La totale distruzione della sala, del palco e  del retropalco, da una parte; dall’altra, la conservazione (la resistenza ) dell’intero perimetro  murario, dell’atrio e i locali sovrastanti, dell’imposta della  cupola e dell’attico. 
          In realtà il “rudere” è una semplice ma salda  struttura a cui manca solo la vita (la funzione). 
          Come riassumere l’idea per restituire il  Teatro alla città? 
          Tecnicamente e manualmente la ricostruzione è  possibile. 
          (Una “mimesi”? Ma perché? Più semplicemente il  “ripristino”). 
          E se l’idea di teatro nella città  contemporanea non fosse più contenibile in un teatro di tradizione? Allora la  soluzione sarebbe (evidentemente): un nuovo spazio in un contesto compatibile. 
          Poi – se diventasse necessario – come  riassumere l’idea per resuscitare se non il teatro almeno uno spazio della  scena della città? 
          Magari immaginando una “Galleria  Petruzzelli”,  rianimata sotto la stessa  cupola  divorata dall’incendio e risorta  di vetro,  proprio lo spazio “moderno”  che la città ottocentesca aveva omesso, spazio teatrale per eccellenza dove si  esaltò una idea di città condensata per tipologie e situazioni: luoghi,  ambienti, luci, ore, ceti sociali, caratteri…. 
          E magari un   nuovo Teatro Petruzzelli sotto la Galleria, sezione articolata e complessa della  nostra 
          Babilonia. 
        
        
        
                  P.S. Naturalmente questa  “galleria” è una provocazione utile a ricordare che l’unico modo per decidere  di un edificio, quando se n’è messo in dubbio il valore intrinseco, resta pur  sempre quello dedotto da un giudizio sulla parte e sul ruolo che l’edificio  deve svolgervi. Il Petruzzelli appartiene a un settore che è l’unico  identificabile come “parte” rispetto alla scacchiera centrale, limitato tra il  Corso, la base del Murattiano e i redans sul mare – considerazione che conferma  la stabilità del “rudere”. Nella relazione urbana l’elemento irrisolto – e che  fa apparire dimesso lo stesso teatro – va colto nell’indeterminatezza spaziale  prodotta dall’ampliamento del Corso, un’area di attesa che andrebbe invece  ridefinita – ecco il vero problema del progetto -, anche per sottolineare il  valore dei “pezzi”. L’esigenza di un nuovo  spazio urbano  non deve  necessariamente mettere in discussione la semplice natura degli edifici ( e  della regola morfologica) e può significare la possibilità di inserirli in una  relazione più complessa (il teatro, l’invaso, il sottosuolo etc.), questa  propria della città moderna.       | 
	    |