Concorso Nazionale per la progettazione di una scuola materna a Oleggio, Novara, 1999

  Oleggio  

con Carlo Coppola
M. Delli Paoli

Anche se destinata a una semplice funzione quale un asilo nido, l’area, all’uscita del doppio tornante di collegamento col centro cittadino e in testa ai lotti che lentamente si vanno riempiendo, ha una collocazione che il progetto deve valorizzare. Quella discreta e anonima espansione che prende forma ai piedi del declivio, può ricevere i segnali che la città dall’alto lancia: dal bordo murato, dalla torre allineata col decumano, dalla mole del convento, per cui anche un piccolo asilo, cosi esposto in prima fila, si anima dei contenuti del progetto urbano. Saranno relazioni esplicite, perché fondate e materializzabili (ad esempio la quinta d’angolo che il lotto suggerisce per imporre dall’incrocio ordine alle piccole schiere adesso sparse), altre implicite, smaterializzate o concettuali, che si scoprirebbero solo in un confronto planimetrico, che tuttavia esistono come i segnali che la nuova architettura rinvia alla città. Forma e orientamento del lotto sconsigliano l’organizzazione d’angolo, perché la corte risulterebbe orientata a mezzogiorno ma aperta sull’incrocio; meglio una semplice organizzazione lineare divisa tra est e ovest con la testata d’ingresso disposta verso l’incrocio - dunque quella quinta sarà il segnale urbano che colloca e consolida l’edificio nel settore e insieme ne sarà scudo per ripararlo.
Il problema posto dal salto di quota tra l’area e la strada è risolto all’interno dell’intercapedine coperta dove una rampa collega l’ingresso dal parcheggio con l’ingresso dell’asilo. Dalla testuggine che forma l’invaso interno a doppia altezza (atrio e sala mensa, ma spazio pluriuso) si sviluppa separata e distinta la scansione di una maglia doppia di sei moduli, corrispondenti alle sezioni e divisa tra le attività e i servizi, distanziata dal bordo stradale quanto è necessario per prolungare un altro leggero declivio verde che raccorda le quote e colloca l’edificio nella veduta che risale fino alla città. La galleria a doppia altezza (che assicura l’esposizione interna continua) emerge invece come una vela ancorata al guscio di testa e sagomata dalle rotazioni imposte alle due maglie, verso la strada e l’incrocio e verso le case: perno è il centro che ha disegnato la quinta, proiezione ideale della traiettoria del decumano cittadino.

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