Piazza attrezzata nell’Area Standard di via Giordano a Aversa, 2006

 

 

con Carmine Maisto

 

Delle due aree inserite nel programma Aversa Urban, quella di via Giordano, tra la chiesa e la scuola,  acquista subito una funzione centrale, spazio per gli eventi del quartiere. Ma ai due edifici, giustapposti e senza relazione diretta, manca la continuità urbana che l’architettura di una “piazza” richiederebbe, per cui la nuova funzione dovrà cercare la sua forma in misura meno esplicita e più allusiva: il “recinto” proposto, un quadrato di m 43,50,  centrato tra la scuola e l’abside della chiesa, è piuttosto una grande stanza scoperta, costruita da un muro di mattoni alto quanto un piano di abitazione, ritmato dalla successione delle finestre, segno che appartiene al paesaggio dell’edilizia circostante. Servito da un parcheggio, circondato da verde a macchia nell’area residua – ancora un “cortile” -,  l’invenzione architettonica è spostata al suo interno, dove la manipolazione e l’interpretazione del dato tecnico e funzionale – il sistema di illuminazione – diventa occasione per una nuova e sorprendente rappresentazione architettonica. Per non pregiudicare, con la distribuzione di punti luce a terra, la convertibilità dello spazio agli usi più diversi (spettacoli all’aperto, mercato, ritrovo, balera, oltre la funzione quotidiana di luogo di sosta e di svago), una struttura in ferro, collegata alle pareti e controventata – quattro telai a otto moduli al centro di ciascun lato -, sostiene una griglia di tiranti che portano le luci sospese -  illumineranno l’invaso secondo le esigenze e le occasioni. Architettura contenuta nell’anonimo recinto, alta questa volta sei metri, sarà il segno che connoterà il nuovo spazio come il luogo centrale che manca oggi al quartiere, senza tuttavia stabilire opposizioni e conflitti con l’intorno.